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Alcuni criticano la vostra strategia: troppi interventi...
È stata una strategia di necessità, non di scelta. Davanti alla crisi non c'era molto altro da fare se non agire.
Qual è il rischio di una nuova crisi? Cosa succederà il prossimo settembre, quando il vostro piano di stimoli cesserà la missione di pompare cento miliardi di dollari al trimestre nell'economia?
Siamo nella prima fase della ripresa. È la domanda più difficile a cui rispondere ovviamente. Ci sono molti rischi possibili davanti a noi. Il più pericoloso? Che la gente si senta tranquilla troppo presto. Ricordi i problemi di un anno fa. È ancora molto presto. Torniamo a quel dicevo prima: abbiamo delle priorità perseguiamole insieme.
G7-G20: ci chiarisce l'apparente duplicazione o confusione di ruoli?
Non ci sono nuove ipotesi di G. Abbiamo il G20, per il G7 mi preoccupo che la forma non prevalga sulla sostanza. Ho detto durante la riunione che non dobbiamo essere guidati da comunicati. Dobbiamo fare delle buone scelte nel G7 ed essere candidi, trasparenti e discreti gli uni con gli altri. Ci vuole una forma di cooperazione più informale e più efficace.